UE Petizione

Petizione
a Karmenu Vella, Commissario europeo per l'ambiente, gli affari marittimi e la pesca
e a Daniel Calleja Crespo, Direttore generale europeo per l'ambiente
per escludere lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) dalla lista delle specie aliene invasive di interesse europeo “da eradicare” secondo il Regolamento UE n° 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio
L'Unione Europea ha introdotto una normativa che obbliga il Regno Unito, la Repubblica d'Irlanda e l'Italia ad implementare dal 2016 dei programmi di abbattimento su larga scala di scoiattoli grigi. Per questa ragione nel solo Regno Unito ci sono progetti di uccidere nel 2016-2020 parecchie centinaia di migliaia di questi utili [1] animali.
Durante il processo decisionale per includere gli scoiattoli grigi in questa normativa, non sono stati considerati significativi danni ecologici [1], finanziari [2] e sociali [3] che sarebbero il risultato dell'uccisione su larga scala degli scoiattoli grigi.
Il regolamento UE n° 1143/2014 non prevede nemmeno dei “periodi di protezione” (*a) per le femmine di scoiattolo che allattano, ciò che avrebbe la conseguenza che ogni anno decine di migliaia di femmine di scoiattolo in fase di allattamento sarebbero uccise e i loro piccoli morirebbero nel giro di alcuni giorni in condizioni di immaginabile sofferenza – far morire di fame degli animali è una tortura in violazione degli standard di benessere animale dell'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale contro la tortura di animali [1].
Far morire di fame un animale è considerato un atto disumano di crudeltà. Torturare migliaia di animali in questo modo non può essere definito altro che un delitto ecologico.
I soli beneficiari dell'inclusione degli scoiattoli grigi nella “lista di specie da eradicare” saranno pochi proprietari di grandi piantagioni di alberi da reddito e un piccolo gruppo di società e persone che uccidono la fauna selvatica per profitto, come le riserve di caccia a fagiani e galli cedroni.
Chiediamo di escludere lo scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis) dalla “lista delle specie aliene invasive di interesse europeo” da eradicare all'interno dell'Unione Europea (“la lista dell'Unione”, secondo le previsioni del Regolamento UE n° 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio), per le seguenti ragioni:
[1] Danno ecologico che sarebbe causato dalle uccisioni di massa di scoiattoli grigi
Una delle priorità UE è quella di aumentare l'area forestale all'interno dei suoi confini. Milioni di euro sono spesi ogni anno per quell'obiettivo.
La ricerca scientifica indica che gli scoiattoli grigi sono i maggiori rigeneratori naturali di foreste al mondo (Steele et al. 1996, Goheen & Swihart 2003, ICSRS 2015a), responsabili della semina di decine di milioni di alberi all'anno. Nelle aree dove la loro popolazione si è ridotta a causa di sconsiderate attività umane la rigenerazione naturale delle foreste è stata danneggiata (Steele et al. 1996, ICSRS 2015a). Durante la preparazione del Regolamento non sono stati condotti studi per investigare il potenziale effetto negativo sulla rigenerazione naturale delle foreste arrecato dall'eradicazione degli scoiattoli grigi nelle aree che abitano spesso da più di 150 anni.
Le ricerche più recenti e le analisi scientifiche hanno confermato che nelle foreste non sfruttate commercialmente gli scoiattoli grigi creano degli habitat favorevoli alle popolazioni di uccelli selvatici, come riconosciuto anche dalla Forestry Commission in Inghilterra nel loro rapporto (Forestry Commission 2006, Harris et al. 2006, ICSRS 2015b). La stessa Commissione ammette che questi habitat potrebbero essere creati artificialmente ma questo comporterebbe costi aggiuntivi – milioni di euro all'anno (Forestry Commission 2006, ICSRS 2015b). Gli scienziati hanno anche stabilito una correlazione positiva tra la presenza degli scoiattoli grigi e l'aumento della popolazione di parecchie delle specie di uccelli più vulnerabili (Newson et al. 2009, Bonnington et al. 2014, ICSRS 2015b).
Durante la preparazione del regolamento non sono stati condotti studi per verificare il potenziale effetto negativo su popolazioni di uccelli a rischio in una determinata area causato dalla rimozione degli scoiattoli grigi.
Anche il presunto problema dell'asserito impatto degli scoiattoli grigi sulla popolazione di scoiattoli rossi viene riportato in modo sbagliato da anni e viene spesso offerto come una “ragione” per ucciderli. La ricerca scientifica ha indicato che un habitat adeguato è la preoccupazione principale per sostenere, aumentare e assicurare il successo delle popolazioni di scoiattoli rossi (Gurnell & Pepper 1991, Huxley 2003, Bryce et al. 2005, Harris et al. 2006). Dove viene fornito un habitat adeguato la popolazione di scoiattoli rossi cresce in presenza di scoiattoli grigi (Conserve Ireland 2015, ICSRS 2015h). Nelle aree dove per ragioni commerciali vengono piantate specie arboree sfavorevoli per gli scoiattoli rossi la loro popolazione si riduce a prescindere dalla presenza di scoiattoli grigi nell'area (Lurz et al. 1998). Al momento per esempio nel Regno Unito anche se la copertura di aree a foresta è aumentata la disponibilità effettiva di habitat favorevoli agli scoiattoli grigi è diminuita negli ultimi decenni. La ricerca scientifica condotta negli ultimi 20 anni conferma che le attività umane sono responsabili di più dell'80% delle morti non naturali nelle popolazioni di scoiattoli rossi (Shuttleworth 2001, Dutton 2004, LaRose et al. 2010, Simpson et al. 2013, ICSRS 2015g). Nessuno di questi studi peraltro include le morti causati dai normali abbattimenti di aree alberate favorevoli agli scoiattoli rossi e dalla loro sostituzione con specie arboree più redditizie ma sfavorevoli agli scoiattoli rossi. Gli studi del DNA hanno anche evidenziato che nella maggior parte dell'areale di presenza degli scoiattoli grigi in Europa (che è il Regno Unito) le popolazioni di scoiattoli grigi si sono insediate prima. L'attuale popolazione di scoiattoli rossi nel Regno Unito è composta da discendenti di individui introdotti da altre nazioni dopo la loro precedente “eradicazione” nel Regno Unito (Hale et al. 2004, Harris et al. 2006, ICSRS 2015g).
[2] Danni finanziari che sarebbero causati dalle uccisioni di massa di scoiattoli grigi
Gli asseriti problemi causati dagli scoiattoli grigi nelle piantagioni di alberi da reddito sono stati ingigantiti da parecchi anni, spesso da organizzazioni e società commerciali che traggono vantaggi economici dall'uccisione degli scoiattoli grigi.
Molti animali selvatici possono occasionalmente danneggiare gli alberi. Da molti anni sono noti metodi efficaci per evitare questo tipo di danno per mezzo di un'appropriata gestione forestale. Questi metodi sono molto più convenienti economicamente (Forestry Commission 2006, ICSRS 2015b) e più efficaci dei programmi di uccisioni perché non hanno bisogno di essere ripetuti (Taylor et al. 1968, Mountford 1999, Huxley 2003, Forestry Commission 2006, Harris et al. 2006, ICSRS 2015c).
Le ricerche scientifiche confermano che l'uccisione di scoiattoli grigi dovuta a danni accidentali agli alberi non solo è inefficace ma di solito ha anche l'effetto opposto di quello programmato ((Lawton & Rochford 1999, Forestry Commission 2006, Harris et al. 2006, ICSRS 2015c).
Negli ultimi 65 anni nel Regno Unito sono stati uccisi vari milioni di scoiattoli grigi mentre sono state spese decine di milioni di sterline per quell'obiettivo. Dopo ognuna di queste azioni non solo la loro popolazione non è diminuita ma anzi hanno portato alla loro espansione in nuovi territori (Lawton & Rochford 1999, Harris et al. 2006, ICSRS 2015h) (*b).
“Ragioni” analogamente carenti erano state date per programmi di uccisioni di massa di scoiattoli rossi che furono condotte per esempio nel Regno Unito, che risultarono in un significativo declino della specie (Ritchie 1920, Middleton 1930, Shorten 1954, Harris et al. 2006, Lovegrove 2007, ICSRS 2015g).
[3] Danno sociale che sarebbe causato dalle uccisioni di massa di scoiattoli grigi
Gli scoiattoli grigi sono una specie resistente, capace di vivere in prossimità degli umani, spesso la sola specie di mammiferi selvatici che riesce a sopravvivere in situazioni di estesa urbanizzazione. Per molte persone guardare gli scoiattoli giocare è una profonda fonte di soddisfazione. Nella maggior parte delle aree in Inghilterra, Galles, Irlanda e in molti parchi in Italia la presenza degli scoiattoli grigi è la sola possibilità di incontrare vita selvatica non ancora danneggiata dall'attività umana. In un mondo naturale sempre più impoverito è fondamentale che i giovani in particolare possano avere un'esperienza significativa della natura.
Tutte le indagini sociali svolte in anni recenti indicano che la maggior parte delle persone è fortemente contraria all'uccisione degli scoiattoli grigi. Questo è importante, considerando la demonizzazione degli scoiattoli grigi e i decenni di estesa disinformazione che ha ingigantito i problemi asseritamente causati dagli scoiattoli grigi.
Nel solo Regno Unito nel 2015 una petizione sociale diretta alla Forestry Commission è stata firmata da circa 150 mila persone che hanno dato voce alla loro opposizione all'introduzione di un altro “programma di uccisione di scoiattoli grigi”.
Sintesi
Se il programma per la biodiversità non deve risultare - come finora è stato per altri programmi negli ultimi 65 anni nel Regno Unito – in uno spreco di milioni di euro/sterline di denaro pubblico – senza contare i costi dei danni ecologici e sociali, gli scoiattoli grigi devono essere esclusi dalla “lista dell'Unione” di specie da eradicare. L'attuale proposta di includere gli scoiattoli grigi in quella lista può beneficiare solo una piccola minoranza di persone e società, principalmente nel settore commerciale dell'uccisione di fauna selvatica, come le riserve di caccia, e questa è sicuramente un'allocazione impropria del denaro dei contribuenti.
Una valida iniziativa alternativa che beneficerebbe tutte le persone interessate sarebbe quella di pagare quei fondi ai proprietari di piantagioni di alberi da reddito non per uccidere gli scoiattoli grigi ma per piantare meno redditizie (Lurz et al. 1998, Harris et al. 2006) specie arboree favorevoli agli scoiattoli rossi. Questa soluzione, al contrario dell'uccisione degli scoiattoli grigi, sarebbe utile per tutti.
(*a)
Nessuna nazione interessata dal Regolamento UE n° 1143/2014 ha implementato – né ha in programma di implementare – delle disposizioni di legge per evitare le situazioni in cui i cuccioli di scoiattoli grigi, completamente dipendenti dalle loro madri e la cui madre è stata “eradicata”, soffrono una morte per fame dopo una lunga agonia di parecchi giorni. Far morire di fame degli animali non è altro che una tortura che va contro gli standard di benessere animale dell'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale a cui fa riferimento il Regolamento UE n° 1143/2014. Questa è la base per l'esclusione degli scoiattoli grigi dalla “lista delle specie aliene invasive di interesse europeo”.
(*b)
Fatta eccezione per una piccola popolazione sull'isola di Anglesey che è separata da una barriera acquea naturale dalla popolazione che vive sulla terraferma nel Regno Unito.
Fonti:
- Bonnington, C., Gaston, K.J. & Evans, K.L. (2014) Relative Roles of Grey Squirrels, Supplementary Feeding, and Habitat in Shaping Urban Bird Assemblages. PLoS ONE, 9: 1
- Bryce, J., Cartmel, S. & Quine, C.P. (2005) Habitat Use by Red and Grey Squirrels: Results of Two Recent Studies and Implications for Management. Forestry Commission, Information Note
- Conserve Ireland (2015) conserveireland.com/mammals/red_squirrel.php
- Dutton, C. (2004) The Red Squirrel. Redressing the Wrong. Report to the European Squirrel Initiative
- Forestry Commission (2006) Annex: Towards a Forestry Commission England Grey Squirrel Policy
- Goheen, J.R. & Swihart, R.K. (2003) Food-hoarding behavior of gray squirrels and North American red squirrels in the central hardwoods region: implications for forest Regeneration. Canadian Journal of Zoology, 81: 1636-1639
- Gurnell, J. & Pepper, H.W. (1991) Conserving the red squirrel. Forestry Commission, Research Information Note 205
- Hale, M.L., Lurz, P.W.W. & Wolff, K. (2004) Patterns of genetic diversity in the red squirrel (Sciurus vulgaris L.): Footprints of biogeographic history and artificial introductions. Conservation Genetics, 5: 167-179
- Harris, S., Soulsbury, C.D. & Iossa, G. (2006) Is culling of grey squirrels a viable tactic to conserve red squirrel populations? School of Biological Science, University of Bristol, Woodland Rd, Bristol
- Huxley, L. (2003) The Grey Squirrel Review. Profile of an invasive alien species. Grey squirrel (Sciurus carolinensis). ESI Dorset.
- ICSRS (2015a) Squirrels and forest regeneration. i-csrs.com
- ICSRS (2015b) Analysis of scientific research about the effect of squirrels on wild birds populations. i-csrs.com
- ICSRS (2015c) Analysis of scientific research about the effect of squirrels on trees. i-csrs.com
- ICSRS (2015g) Red squirrels decline. i-csrs.com
- ICSRS (2015h) New threats to red squirrels. i-csrs.com
- LaRose, J.P., Meredith, A.L., Everest, D.J., Fiegna, C., McInnes, C.J., Shaw, D.J. & Milne, E.M. (2010) Epidemiological and postmortem findings in 262 red squirrels (Sciurus vulgaris) in Scotland. 2005 to 2009, Veterinary Record 167: 297-302
- Lawton, C. & Rochford, J. (1999) The ecology of the grey squirrel in relation to broadleaved woodland in Ireland. COFORD Report 2-5-95, COFORD, Dublin
- Lovegrove, R (2007) Silent Fields the Long Decline of a Nation’s Wildlife. Oxford University Press, New York
- Lurz, P.W.W., Garson, P.J. & Ogilvie, J.F. (1998) Conifer species mixtures, cone crops and red squirrel conservation. Forestry, 71: 67-71
- Middleton, A.D. (1930) The ecology of the American grey squirrel in the British Isles. Proceedings of the Zoological Society London, 809-843
- Mountford, E.P. & Perkins, G.E. (1999) Effects of stand structure, composition and treatment on bark-stripping beech by grey squirrels. Forestry, 72, 379-386.
- Newson, S.E., Leech, D.I., Hewson, C.M., Crick, H.Q.P. & Grice, P.V. (2009) Potential impact of grey squirrels Sciurus carolinensis on woodland bird populations in England. Journal of Ornithology, 151: 211-218
- Ritchie, J. (1920) The influence of man on animal life in Scotland. A study in faunal evolution. Cambridge University Press, Cambridge
- Shorten, M.R. (1954) Squirrels. Collins New Naturalist, London
- Shuttleworth, C.M. (2001) Traffic related mortality in a red squirrel (Sciurus vulgaris) population receiving supplemental feeding. Urban Ecosystems, 5: 109-118
- Simpson, V.R., Hargreaves, J., Butler, H.M., Davison, N.J. & Everest, D.J. (2013) Causes of mortality and pathological lesions observed post-mortem in red squirrels (Sciurus vulgaris) in Great Britain. BMC Veterinary Research, 9: 229
- Steele, M.A., Hadj-Chikh, L.Z. & Hazeltine, J. (1996) Caching and Feeding Decisions by Sciurus carolinensis: Responses to Weevil-Infested Acorns. Journal of Mammalogy 77: 305-314
- Taylor, J.C., Lloyd, H.G. & Shillito, J.F. (1968) Experiments with warfarin for grey squirrel control. Annals of Applied Biology, 61: 312-321